Raccolta acqua piovana: un rimedio contro la siccità

Raccolta acqua piovana: un rimedio contro la siccità

Come può essere raccolta e gestita l’acqua piovana per prepararsi alla siccità estiva? Coldiretti e l’Osservatorio permanente sulle Risorse Idriche sono ormai convinti: il 2020 sarà un anno caratterizzato da una grave crisi idrica. Per questo è necessario difendersi e fare tesoro di un bene che non è più abbondante ma di anno in anno diviene sempre più scarsol’acqua.

Raccolta acqua piovana e riuso: risparmio idrico per famiglie

Raccogliere l’acqua piovana è semplice ed è un passo importante verso una gestione sostenibile delle acque, soprattutto in un contesto di siccità desertificazione come quello che stiamo vivendo. Ma come fare? In realtà i metodi sono molti e differenti secondo le necessità. Dai privati cittadini, ai condomini, alle aziende agricole, le esigenze variano e così le tecnologie. L’aspetto della raccolta dell’acqua piovana è ancora oggi sottovalutato in Italia mentre in altri paesi del mondo è ormai prassi. Dimostrazione lampante ne è il rapporto Istat 2019 sull’Utilizzo e la Qualità della Risorsa Idrica in Italia che nelle sue 104 pagine non fa cenno all’argomento.

In realtà, in Italia abbiamo già una raccolta e canalizzazione eccellente delle acque piovane attraverso le grondaie e sarebbe piuttosto semplice trasformare questi sistemi in vere e propri centri di raccolta acqua. Un’abitazione residenziale con un tetto di 190 metri quadri può raccogliere circa 150 mila litri di acqua all’anno, con opportuno sistema di recupero. Considerando questo dato è facile capire a quanto può ammontare il risparmio idrico ed economico per la famiglia. Pur con le fisiologiche variazioni di precipitazioni tra regioni e le differenze di prezzo tra i diversi impianti, solitamente la spesa per la componente acqua può diminuire del 50%. E allora perché è ancora così raro trovare sistemi di recupero dell’acqua piovana ad uso domestico? Fondamentalmente le ragioni principali sono da ricondurre al pregiudizio.

Pregiudizi sulla raccolta dell’acqua piovana

Sono in molti infatti a pensare che l’acqua piovana sia troppo impura per essere utilizzata per usi domestici. Molti altri ritengono invece troppo ingombranti ed antiestetiche le cisterne di raccolta. Questa credenza è però corretta solo in parte ed è ormai superata dalle moderne tecnologie. Le motivazioni sono semplici da spiegare.

  • Gli impianti di raccolta e recupero dell’acqua piovana prevedono una depurazione
  • Oltre la metà degli usi domestici (lavaggio del bucato, scarico, irrigazione) non necessitano di acqua pura
  • I moderni impianti prevedono l’interramento delle cisterne, evitando qualsivoglia problematica di ingombro o estetica ed articolandosi in tre elementi principali quali serbatoi di accumulo, filtri per tubazioni pluviali e pompa per il prelievo

Inoltre, è necessario tenere conto del lungo e dispendioso processo di depurazione a cui va in contro l’acqua per diventare potabile e arrivare nel nostro impianto idrico domestico. Utilizzare quest’acqua per gli scopi di cui sopra equivale ad operare un enorme spreco di risorse idriche ed economiche.

raccolta acqua piovana
Ciclo virtuoso della raccolta di acque piovane

La raccolta dell’acqua piovana in agricoltura: un rimedio alla siccità

Nell’estate 2017 l’allora vice-presidente della Coldiretti Gennarino Masiello, di fronte alla catastrofe da 2 miliardi di euro della crisi idrica estiva dichiarava:

Di fronte alla tropicalizzazione del clima serve organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi e per poi distribuirla in quelli più siccitosi.

Tuttavia, il processo non è stato ancora reso obbligatorio dallo stato ed il risultato è che gran parte dell’acqua piovana viene tutt’ora perduta. Il fatto è grave, tanto più se si da un’occhiata ai vari report della FAO che ci indicano come, nei paesi più secchi dell’Africa, si stiano ottenendo risultati enormi in termini di performance agricole proprio grazie alla ritenzione dell’acqua piovana. Opere di recupero idrico messe in atto in Burkina Faso, Kenya, Niger, Sudan e Tanzania, hanno mostrato che, la raccolta delle acque piovane, può incrementare la resa di due, tre volte rispetto all’agricoltura tradizionale su terreni aridi. Inoltre, la raccolta delle acque piovane ha spesso benefici doppi o tripli. Non fornisce solamente più acqua per la coltivazione ma ne apporta anche alla ricarica delle acque sotterranee ed aiuta a ridurre l’erosione dei suoli.

Ripensare al ciclo idrico

Di fronte all’ennesima crisi da siccità – di cui vi abbiamo parlato qui – che si prospetta all’orizzonte nel nostro paese, è necessario correre al più presto ai ripari. Come? Attraverso opere di riqualificazione e ripensamento delle reti e tecnologie idriche, tanto urbane quanto industriali. Come è insegnato già dai primi anni di scolarizzazione, l’acqua segue un suo ciclo e tutto in questo è collegato. Va da se che se si procederà per prassi alla raccolta delle acque piovane in ambito residenziale ed urbano, si otterrà un’importante diminuzione della pressione sulla rete idrica. Di questo, nei periodi di siccità, potranno beneficiare anche gli agricoltori. Avendo infatti a disposizione risorse più ampie da impiegare per far fronte alle emergenze non saranno costretti a contenderle con i centri urbani.

Il tema è oggi scottante e noi di Risparmio Idrico ci auguriamo lo diventi sempre di più. Giungere ad una presa di coscienza generale da parte degli enti pubblici e governativi è infatti fondamentale. E’ chiaro come all’Italia servano direttive chiare e stringenti per la gestione della raccolta dell’acqua piovana, necessaria per far fronte alla siccità